venerdì 13 luglio 2007

AIDS, la disinformazione dilaga tra i giovani

“L’Aids? Si trasmette anche con un bacio profondo”: ne sono erroneamente convinti due giovani su cinque. Mentre uno su cinque crede che dall’Aids si guarisca o che esista già un vaccino in grado di proteggere dall’infezione. Questi alcuni degli sconcertanti risultati che emergono dal grande gioco-sondaggio “The Safe City”, promosso dall’Anlaids Lazio in collaborazione con l’Anlaids nazionale.

“Da anni lanciamo l’allarme sulla scarsa consapevolezza dei pericoli dell’Aids da parte dei nostri connazionali", sottolinea Fernando Aiuti, presidente dell’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids, "e i dati che emergono da questa iniziativa confermano le nostre preoccupazioni”.

“Il 22 per cento crede che sia disponibile un vaccino per prevenire l’infezione e il 18 per cento dei giocatori è convinto che dall’Aids si guarisca", spiega Massimo Ghenzer, presidente di Anlaids Lazio, "ma è sulle modalità di trasmissione del virus che si registrano i risultati più eclatanti: per uno su dieci (11 per cento) la pillola anticoncezionale è in grado di prevenire il contagio e addirittura il 41 per cento sostiene che è sufficiente un bacio profondo per rischiare l’infezione. Anche sui reali pericoli del sesso orale le idee sono decisamente poco chiare: solo il 36 per cento degli under 25 risponde correttamente contro il 44 per cento degli adulti. Inoltre il 14 per cento ritiene erroneamente che sia possibile eseguire il test in farmacia e il 13 per cento che si possa riconoscere una persona sieropositiva solo in base al suo aspetto fisico. Infine, per uno su dieci i casi di Aids nel mondo stanno diminuendo”.

“Gravissima la disinformazione sulle modalità di trasmissione del virus", denuncia Fernando Aiuti, presidente nazionale dell’Anlaids, associazione che dal 1985 lotta contro l’Aids. "Questo è un segnale sconcertante, dopo oltre venticinque anni dalla comparsa dell’Hiv. Devono far riflettere anche le conoscenze sbagliate riguardo la reale gravità della malattia e la possibilità di guarigione: le terapie oggi disponibili assicurano alle persone sieropositive un’aspettativa di vita sicuramente più lunga rispetto a quella di dieci anni fa, ma non esiste alcuna cura definitiva contro l’Aids. È necessario quindi che il ministero della Salute e le associazioni riprendano le campagne di informazione e prevenzione, anche alla luce delle attuali conoscenze sulle modificazioni epidemiologiche registrate in Italia negli ultimi anni. In particolare: la ripresa dell’infezione da Hiv tra gli omosessuali; l’aumento dei casi nelle donne per via eterosessuale e negli immigrati; l’aumento delle malattie sessualmente trasmesse, in particolar modo la sifilide. Ricordando infine la maggiore sicurezza e attendibilità del test Hiv”.

Nessun commento: