mercoledì 11 luglio 2007

GPL3, Microsoft alza gli scudi

È nata: dopo diciotto mesi, quattro bozze, centinaia di commenti e polemiche, la terza versione della General Public License - quella alla base del software libero - vede la luce, accompagnata da una sostanziosa revisione della versione Lgpl, Lesser Gpl.

Padrino nonché maestro di cerimonia è stato Richard M. Stallman, fondatore e presidente della Free Software Foundation, affiancato da Eben Moglen che ne ha curato buona parte delle implicazioni legali.

Per Stallman, «la nuova versione della Gpl rafforza i quattro cardini del software libero (seguire un programma per qualsiasi scopo, studiarlo e modificarlo, copiarlo, migliorarlo e distribuirne pubblicamente i miglioramenti, ndr) stabilendo che gli utenti possono modificare il software libero sulle periferiche che lo supportano e garantendo diritti d’uso a ogni utente, rimanendo compatibile con ogni altra licenza libera». Insomma, si corregge il tiro rispetto alla Gpl v2, andando a colpire le cosiddette “tivoizzazioni”: ovvero, l’adozione di software libero su piattaforme che impiegano tecnologie restrittive - Drm in testa - nei confronti del free software stesso.

Ma la Gpl v3 è un figlio che va ancora riconosciuto: in primis da Linus Torvalds, che ha più volte dichiarato che «non c’è nessun motivo reale di passare alla nuova licenza». La voce di chi ha creato il componente libero per antonomasia, il kernel di Linux, è senz’altro autorevole. E conferma una spaccatura in atto nella comunità del software libero, in cui progetti quali Samba si dichiarano entusiasti e pronti a recepire la Gpl v3 e altri rimangono sostanzialmente prudenti.

Il tutto mentre vendor del calibro di MySql - che da sempre rilascia i sorgenti dei propri applicativi con licenza Gpl - hanno deciso di rimanere alla Gpl v2.

I commenti delle realtà chiamate in causa a vario titolo dalla nuova Gpl sono improntati alla prudenza e all’attesa. Per Sun - che rilascia dal 2006 le implementazioni Java Me, Se ed Enterprise Edition sotto Gpl 2 - nessuna posizione ufficiale se non una tiepida apertura da parte del chief open-source officer, Simon Phipps, che si è riservato sul proprio blog la facoltà d’analizzare i pro e i contro della Gpl v3 ed eventualmente proporne l’adozione ai software patrocinati da Sun e rilasciati con licenza libera.

I fuochi d’artificio - e c’era da aspettarselo, dopotutto - provengono dall’asse Novell-Microsoft, ovvero la strana coppia creatasi lo scorso anno. In quel di Novell, ci si limita a comunicare che «la Gpl v3 riafferma la facoltà di Novell a includere in SuSe Linux Enterprise, OpenSuse e altri, tecnologie sotto licenza Gpl v2 o v3 e metterle a disposizione dei propri clienti». Clienti di fatto «assicurati» (il termine non è certo casuale) dall’accordo con Microsoft.

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